Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Dal Podcast del Corriere della sera.
Al secondo tentativo, l’uomo più ricco del mondo ce l’ha fatta: per 44 miliardi di dollari è diventato il proprietario del social network più influente nel campo dell’informazione. Massimo Gaggi spiega in che modo il fondatore di Tesla e SpaceX interverrà sulla libertà di parola, adottando sui contenuti una linea di apertura che va nella direzione contraria alle nuove norme (Digital Services Act - Dsa) alle quali sta pensando Bruxelles, come racconta Massimiliano Jattoni Dall’Asén .

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È solo un annuncio politico, non c'è ancora un testo, su un nuovo quadro per i flussi di dati transatlantici. Gli esperti privacy attendono di leggere il testo dell'accordo e Schrems già (ri)promette battaglia: "Se non conforme al diritto Ue lo porterò di nuovo in tribunale". Ecco i punti chiave.

L’accordo sul flusso di dati arriva dopo mesi di trattative e segue l’invalidazione nel luglio 2020 da parte della giustizia europea dell’intesa “Privacy Shield” che consentiva questo trasferimento, a causa dei timori sui programmi di sorveglianza americani. Secondo la Corte di giustizia Ue ‘Privacy Shield’ non preservava da “interferenze nei diritti fondamentali delle persone i cui dati vengono trasferiti’. Schrems: “Se testo non conforme al diritto Ue lo porterò di nuovo in tribunale”

E proprio il protagonista della decisione della Corte di giustizia Maximilian Schrems ha subito commentato, in modo critico, l’annuncio politico di Biden-von der Leyen utilizzando questa foto:

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“L’accordo era apparentemente un simbolo che von der Leyen voleva, ma non ha il sostegno degli esperti a Bruxelles, poiché gli Stati Uniti non si sono mossi. È particolarmente spaventoso che gli Stati Uniti abbiano presumibilmente usato la guerra contro l’Ucraina per spingere l’UE su questa questione economica”, ha dichiarato l’attivista per la protezione dei dati personali.

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Uno studio della Commissione Europea fa luce sulle potenzialità economiche dell’open source e raccomanda agli Stati Membri investimenti dedicati.

Lo studio evidenza come usare esclusivamente software open source invece di software proprietario possa favorire l’indipendenza del settore pubblico nell’Unione, riducendo i costi e limitando il fenomeno del lock-in (la dipendenza dai fornitori). In sostanza, l’open source è la chiave per un'Unione Europea più autonoma e sovrana dal punto di vista tecnologico.

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Nella puntata del 20 dicembre si parla di vari argomenti.

  • Google down per quasi un'ora! Alla facciaccia vostra! Ma come ha fatto a succedere? In fondo anche in sistemi molto grandi e complessi, pensati per la massima robustezza, dei piccoli errori umani possono sempre capitare.
  • Visa e Mastercard bloccano il pagamento a Pornhub dopo l'inchiesta che mostra come molti video sulla piattaforma sono stati caricati in modo non consensuale. Se nel caso specifico si tratta probabilmente di pinkwashing, ma si può essere d'accordo che una ripercussione per certe pratiche sia auspicabile, va notato che queste due aziende di fatto sono in grado di determinare la possibilità per un'attività basata su internet di esistere, dato che hanno il monopolio delle transazioni economiche.
  • I brevetti software potrebbero arrivare in Europa? non c'è da escluderlo.
  • Facebook teme che la fine del mondo (ovvero la fine del tracciamento e della pubblicità personalizzata) stia per arrivare, e la Apple ne avrebbe la colpa.

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