È in arrivo un nuovo richiamo dell’Unione Europea a Google. Questa volta il problema risiede nella violazione delle norme comunitarie antitrust da parte della società americana, che avrebbe distorto la concorrenza nel settore dell’adtech, la tecnologia pubblicitaria. La Commissione ha così inviato la sua opinione preliminare in cui si sostiene che Google abbia favorito i propri servizi di pubblicità online a scapito della concorrenza. L’indagine, ad ogni buon conto, è ancora in corso e il parere dell’Ue non è in alcun modo vincolante, anche se di certo ha un suo peso. È per questo che Google ha già fatto sapere di respingere le conclusioni a cui è giunta la Commissione e che risponderà nel merito della vicenda.
la puntata si apre con gli aggiornamenti su Chat Control 2.0, il nuovo tentativo dell'unione europea di proibire la cifratura dei dati con il pretesto della lotta alla pedopornografia.
Riprendendo il comunicato de La Quadrature Du Net, aggiorniamo sul clima che si respira in Francia per chi promuove consapevolezza nell'uso delle tecnologie digitale: nel tentativo di criminalizzare i movimenti sociali con l'accusa di terrorismo, vengono criminalizzate le loro pratiche di sicurezza, l'utilizzo di specifici strumenti, l'autoformazione all'uso di tecnologie rispettose della privacy e persino le opinioni anti-GAFAM.
A seguire, la solita carrellata di notiziole.
Il testo normativo più avanzato al mondo sull’intelligenza artificiale è stato approvato dal Parlamento ed entra così nella fase finale della negoziazione europea. Ma solo l’applicazione pratica dirà quanto il testo sarà rispettoso del “mondo libero” di cui ci fregiamo di far parte
Il Regolamento prosegue con le pratiche di AI vietate, cui è dedicato il Titolo II; nella relazione della Bozza si legge che “Il titolo II stabilisce un elenco di pratiche di IA vietate. Il regolamento segue un approccio basato sul rischio, differenziando tra gli usi dell’IA che creano: i) un rischio inaccettabile; ii) un rischio alto; iii) un rischio basso o minimo. L’elenco delle pratiche vietate di cui al titolo II comprende tutti i sistemi di IA il cui uso è considerato inaccettabile in quanto contrario ai valori dell’Unione, ad esempio perché viola i diritti fondamentali.
Vietati:
DataKnightmare: L'algoritmico è politico
Il Garante stoppa Google Analytics. E ora? Ci poniamo il problema che forse (forse!) GA 4 è rispettoso del GDPR o riconosciamo che Analytics è solo la punta dell'iceberg, l'inizio della Lunga Marcia verso la nostra sovranità digitale e l'indipendenza da Big Tech (o il riconoscimento dello status di colonia)?
In questa puntata Walter Vannini spiega perché il cloud USA non è adatto alle esigenze Europee e dice che non c'è alternativa alla scelta di far crescere il cloud Europeo (che esiste nonostante i nostri governanti).
La suite europea sarà open source, facile da usare, e pienamente compatibile col prodotto americano.
Da tempo, ormai, l'Unione Europea non vede di buon occhio la dipendenza informatica di cui l'intero Vecchio Continente sostanzialmente soffre nei confronti delle grandi multinazionali americane che, in aggiunta a essere praticamente le sole fornitrici di certe tecnologie, spesso agiscono in modo non conforme a quanto stabilito dalle leggi europee.
Così Bruxelles ha da un lato iniziato a promulgare alcune direttive con le quali intende regolamentare l'azione dei giganti tecnologici che agiscono in Europa, e dall'altro avviato la ricerca di soluzioni alternative, specialmente in campo software, rispetto a quanto offerto dagli americani.
L'ultima novità in questo senso riguarda la volontà di affrancarsi dal dominio di Microsoft Office, per lo meno per quanto riguarda la pubblica amministrazione, e si concretizza in un accordo con Nextcloud per lo sviluppo di una suite per ufficio "europea".
Leggi l'articolo originale su ZEUS News Vedi anche il comunicato di Nextcloud
Dal Podcast del Corriere della sera.
Al secondo tentativo, l’uomo più ricco del mondo ce l’ha fatta: per 44 miliardi di dollari è diventato il proprietario del social network più influente nel campo dell’informazione. Massimo Gaggi spiega in che modo il fondatore di Tesla e SpaceX interverrà sulla libertà di parola, adottando sui contenuti una linea di apertura che va nella direzione contraria alle nuove norme (Digital Services Act - Dsa) alle quali sta pensando Bruxelles, come racconta Massimiliano Jattoni Dall’Asén .
È solo un annuncio politico, non c'è ancora un testo, su un nuovo quadro per i flussi di dati transatlantici. Gli esperti privacy attendono di leggere il testo dell'accordo e Schrems già (ri)promette battaglia: "Se non conforme al diritto Ue lo porterò di nuovo in tribunale". Ecco i punti chiave.
L’accordo sul flusso di dati arriva dopo mesi di trattative e segue l’invalidazione nel luglio 2020 da parte della giustizia europea dell’intesa “Privacy Shield” che consentiva questo trasferimento, a causa dei timori sui programmi di sorveglianza americani. Secondo la Corte di giustizia Ue ‘Privacy Shield’ non preservava da “interferenze nei diritti fondamentali delle persone i cui dati vengono trasferiti’. Schrems: “Se testo non conforme al diritto Ue lo porterò di nuovo in tribunale”
E proprio il protagonista della decisione della Corte di giustizia Maximilian Schrems ha subito commentato, in modo critico, l’annuncio politico di Biden-von der Leyen utilizzando questa foto:
“L’accordo era apparentemente un simbolo che von der Leyen voleva, ma non ha il sostegno degli esperti a Bruxelles, poiché gli Stati Uniti non si sono mossi. È particolarmente spaventoso che gli Stati Uniti abbiano presumibilmente usato la guerra contro l’Ucraina per spingere l’UE su questa questione economica”, ha dichiarato l’attivista per la protezione dei dati personali.
Uno studio della Commissione Europea fa luce sulle potenzialità economiche dell’open source e raccomanda agli Stati Membri investimenti dedicati.
Lo studio evidenza come usare esclusivamente software open source invece di software proprietario possa favorire l’indipendenza del settore pubblico nell’Unione, riducendo i costi e limitando il fenomeno del lock-in (la dipendenza dai fornitori). In sostanza, l’open source è la chiave per un'Unione Europea più autonoma e sovrana dal punto di vista tecnologico.
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Nella puntata del 20 dicembre si parla di vari argomenti.
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