Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Anche questa volta (l'avevamo già fatto un anno fa) prendiamo spunto da un post di Moxie Marlinspike che affronta il tema dei sistemi federati e di quelli centralizzati. Questa volta affrontiamo due degli altri nodi che il post pone:

  • quanto controllo (lock-in) possono ancora effettuare i servizi centralizzati, al tempo in cui usare identificatori di terze parti (il numero di telefono) è ormai molto comune? E può questa tecnica essere utilizzata anche dai servizi federati?
  • si sa che i sistemi federati hanno una innovazione molto lenta rispetto ai sistemi centralizzati. Ma quanta centralizzazione serve, per poter avere davvero una innovazione veloce? E quali sono le conseguenze dell'innovazione veloce in senso ecologico?

Proseguiamo poi con delle notizie di attualità:

  • Apple fornisce un kit per la riparazione dell'iPhone; peccato che il costo sia proibitivo
  • DuckDuckGo, motore di ricerca che promette maggiore privacy, includeva dei tracker e non lo diceva
  • Bing, il motore di ricerca di Microsoft, non solo censura i risultati in Cina, ma censura persino nei suggerimenti automatici di ricerca. Alcune di queste censure, inoltre, avvengono anche fuori dalla Cina, per persone che hanno il dispositivo configurato per la lingua cinese.

Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa

Il ministro Brunetta ha presentato il Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della PA. Ma la formazione la fanno aziende private, come Tim e Microsoft, che mettono a disposizione, a titolo gratuito, contenuti formativi.

Cosa ci guadagnano le aziende ad offrire corsi gratuiti? La diffusione all’interno della Pa della conoscenza dei loro prodotti commerciali e di conseguenza un ulteriore lock in su quei prodotti, al cui utilizzo i funzionari pubblici saranno ammaestrati, restando all’oscuro di soluzioni alternative open source.

Andrebbe formata una parte del personale dirigenziale su competenze informatiche di più alto livello rispetto a quelle indicate nel Syllabus. I dirigenti dovrebbero avere conoscenze più approfondite dei sistemi informatici e delle loro potenzialità tecnologiche, al fine di riuscire a concepire i requisiti per servizi innovativi da erogare.

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Un articolo molto chiaro di Luciano Paccagnella, docente di Sociologia della conoscenza e delle reti dell'Università di Torino, che spiega in maniera molto chiara quali sono le questioni in ballo nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) relativamente ai processi di digitalizzazione e innovazione del Paese che hanno particolare rilevanza all'interno del Piano.

In cosa consiste una società "completamente digitale"? Come è affrontato il tema delle "competenze digitali, tra le quali non vi sono solo competenze strettamente tecniche (per esempio, come impostare una tabella in un foglio elettronico) ma anche e soprattutto competenze cognitive critiche (per esempio: come stimare rapidamente l’affidabilità del sito internet che stiamo consultando?)".

"Ma il punto cruciale del piano è quello che riguarda la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, dove la parola d’ordine è “cloud first”. " L'autore fa alcuni esempi per spiegare qual'è il problema del Lock In tecnologico. Quali scelte faranno le PA in tema di cloud? Si affideranno al cloud pubblico di Google, Amazon, o Microsoft? Ma cosa hanno di pubblico i servizi di queste aziende?

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