Un webinar di Elena Pesaresi, Funzionario del Garante per la protezione dei dati personali.
Senza nominarle esplicitamente Pratesi mette in guardia sull'uso di piattaforme per la didattica a distanza, per le videoconferenze, per gli esami a distanza che non sono conformi al GDPR e costituiscono una violazione del diritto alla privacy degli studenti e dei lavoratori di scuole e università, oltre che essere un problema per la libertà di insegnamento. Il video dura circa un'ora.
Monitora-PA chiede di smettere di usare GMail e i servizi ad esso associati (Google Drive, Google Workspace for Education etc...)
Dopo le diverse iniziative volte a fare pressione su PA, scuole e università affinché rispettino il GDPR, Monitora-PA torna alla carica inviando una PEC a 45 Atenei.
Infatti, a seguito della sentenza Schrems II della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, l'uso dei servizi delle GAFAM (Google, Aple, Facebook, Amazon, Microsoft) non è attualmente conforme, in assenza di misure tecniche supplementari efficaci che non ci risultano indicate sul vostro sito, alle disposizioni del GDPR in ordine al trasferimento transfrontaliero dei dati personali verso gli Stati Uniti o altri Paesi la cui legislazione non fornisca ai cittadini europei una protezione equivalente a quella garantita nell'Unione.
Tira un’aria meno favorevole agli oligarchi della rete. Dopo molto (troppo) tempo, i cosiddetti Over The Top non sono più intoccabili.
Certamente, il quadro normativo europeo ha cambiato di segno. I due recenti provvedimenti – Digital Services Act (DSA) e Digital Market Act (DMA) – hanno chiuso una lunga afasia legislativa in merito ai nuovi prepotenti del capitalismo delle piattaforme. Gli oligopoli in questione, peraltro tassati in modo irrisorio, godevano di uno status paradossale. Dotate di poteri enormi, le grandi società del Web ricche e popolate da milioni di utenti attraversavano impunemente le maglie di un diritto pensato nell’età analogica e scritto da pur illustri giuristi immersi in una cultura ormai superata.
Ora il vento sta facendo il suo giro e – finalmente- si riconosce la realtà dei fatti. Se già nell’epoca di McLuhan il mezzo era il messaggio, nella stagione digitale il messaggio sussiste in quanto è veicolato da un reticolo diffusivo che apre e chiude i rubinetti a suo piacimento.
leggi l'articolo completo di Vinenzo Vita sul sito de "Il Manifesto" (è necessaria la registrazione gratuita)
Il ministro dell'Istruzione francese boccia Google e Microsoft e invita le scuole ad non usare più le piattaforme. Un excursus sulla situazione nelle scuole italiane e francesi con il parere di Costarelli (Associazione Nazionale Presidi), prof.ssa Maria Chiara Pievatolo, Maria Laura Mantovani (M5S).
Leggi l'articolo completo su key4biz.
Che cosa decide se la tecnologia contribuisce al nostro benessere, ai diritti umani e alla democrazia o se li deteriora? Cosa distingue la buona tecnologia dalla cattiva tecnologia? E visto che ci siamo, cosa distingue il telescopio di Galileo e le lenti a contatto da Google e Facebook? E perché è importante se consideriamo o no noi stessi come dei cyborg ?
Tutti dobbiamo cercare di capire le risposte a queste domande. Altrimenti il prezzo per non averlo fatto potrebbe essere davvero molto alto. Queste non sono domande solo sulla tecnologia. Sono domande fondamentali su ciò che significa essere umani nell’era del digitale e delle connessioni in rete. Il modo in cui scegliamo di rispondere a queste domande ha conseguenze fondamentali per il nostro benessere, sia personale che sociale. Le risposte che scegliamo determineranno il carattere delle nostre società e, a lungo termine, potrebbero anche avere un impatto sulla sopravvivenza della nostra specie.
Leggi l'articolo completo tradotto da Nilocram
Un lungo articolo di Andrea Signorelli che ragiona sul futuro di Internet a partire dal Metaverso, ma sarebbe meglio dire dai Metaversi.
Metaverso
Ad ascoltare il fondatore di Facebook, il vantaggio del metaverso sta tutto nella possibilità di vivere le esperienze online in maniera sempre più simile a quelle in presenza.
È questa la direzione che prenderà la nostra vita digitale? Sarà possibile creare un ambiente unico e globale, nonostante le crescenti tensioni geopolitiche rischino – come vedremo – di modificare radicalmente la struttura di internet e del mondo digitale? Più nell’immediato, invece, siamo sicuri che gli utenti abbiano il desiderio di trascorrere una parte consistente della propria giornata indossando un visore per la realtà virtuale, che li isola completamente da ciò che avviene attorno a loro? E perché dovrebbero essere interessati a fare riunioni in realtà virtuale in cui dialoghiamo con l’avatar del loro capo invece di poter comodamente osservare una griglia di volti su Zoom o Teams? E perché dovremmo fare shopping in un “centro commerciale del metaverso”, spostando il nostro avatar fisicamente da un negozio all’altro invece di usare una comoda applicazione di e-commerce?
Geopolitica del Metaverso
lo scontro non sarà soltanto su base commerciale, ma anche geopolitica. La divisione del metaverso non avverrà infatti solo in base a logiche commerciali, ma anche delle sfere d’influenza
Splinternet, la balcanizzazione della rete
L'ex amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, ha addirittura profetizzato una completa biforcazione di internet, che dovrebbe verificarsi, a suo parere, entro la fine di questo decennio e che vedrà contrapporsi, da una parte, la rete occidentale e, dall'altra, quella a guida cinese
Il (possibile) futuro mondo virtuale potrebbe quindi non solo essere frammentato a causa dei diversi interessi commerciali, ma anche di quelli nazionali.
Il ministro dell’istruzione francese ci dà una lezione, dichiarando illegale l'utilizzo della versione Online di Microsoft Office 365 e di Google Docs nelle scuole e nel settore dell'istruzione, ha detto no a Microsoft e a Google confermando di non volere le offerte gratuite di Microsoft Office 365 e Google Workspace nelle scuole.
Chiediamo al Ministro Valditara di fare lo stesso, incentivando iniziative in campo di sovranità e libertà digitale Leggi l'articolo completo
In questa puntata di DataKnightmare Walter Vannini inveisce contro i GAFAM, e questa non è una novità, ma anche contro una pletora di persone che a vario titolo, alcun* anche a titolo ufficiale, insistono sul fatto che non ci sono alternative ai prodotti delle bigtech, siano essi la suite per l'ufficio che il cloud per la Pubblica Amministrazione o per la Scuola.
Ha ragione! Infatti non solo non è vero che non ci sono alternative, ma queste ultime sono migliori delle offerte GAFAM, non fosse altro perché rispettano la privacy dei propri utilizzatori. In realtà, personalmente, i motivi per cui considero le alternative migliori delle offerte della BigTech sono molte di più della questione della difesa della privacy.
I motivi per smettere di essere utenti delle piattaforme degli oligopoli USA sono vari e diversificati. Ciò non significa smettere immediatamente di utilizzare i social network e gli altri servizi delle grandi aziende tecnologiche americane.
Siamo tutte nella stessa barca e abbiamo tutte vulnerabilità che vengono sfruttate dalle megamacchine per farci passare molto tempo "attaccate" alle loro piattaforme. Si tratta di intraprendere un percorso alla scoperta degli automatismi che mettiamo in atto che ci impediscono di scegliere, inventando soluzioni che facciano tesoro delle alternative tecnologiche già esistenti.
Entriamo nel vivo e vediamo alcuni dei motivi per cui vale la pena intraprendere questo percorso.
Leggi l'articolo completo nel sito di C.I.R.C.E.
Puntata 2 di Entropia Massima, ciclo Estrattivismo dei dati, parliamo di MonitoraPA insieme ad uno degli sviluppatori del progetto.
MonitoraPA è un osservatorio gestito da volontari che si premura di verificare i trasferimenti di dati degli utenti (ossia i cittadini che accedono ai servizi della PA italiana) verso aziende straniere (tipicamente USA). Queste ultime, in virtù di una più favorevole legislazione in vigore nei loro stati di appartenenza, possono fare quello che vogliono di tali dati e sono tenuti a consegnarli al governo su semplice richiesta. In questo modo i cittadini italiani perdono qualunque garanzia sancita dalla legislazione del nostro paese, a partire dalla costituzione stessa.
Da due anni, tali trasferimenti sono anche illegali, in base alla normativa europea. A dispetto di ciò, migliaia di PA italiane continuano ad usare servizi di Google e degli altri GAFAM.
Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa