Il nuovo presidente della Commissione algoritmi
Con la conferenza stampa di inizio anno della premier, la classe dirigente della destra meloniana ha perso un pistolero e imbarcato un frate. È il francescano cinquantenne Paolo Benanti, messo in quattro e quattr’otto a capo della cosiddetta «commissione algoritmi» al posto di Giuliano Amato dal sottosegretario Alberto Barachini. La commissione dovrà consigliare il governo sulle norme in materia di tecnologie digitali e informazione. È un doppione di un’altra commissione governativa sullo stesso tema nominata dall’altro sottosegretario Alessio Butti. Per non sbagliarsi, Benanti fa parte anche di quella.
In molti hanno storto il naso: chiedere a un sacerdote di regolare le nuove tecnologie è un oscurantismo da ayatollah. Macché, hanno risposto gli altri (non solo da destra): rispetto all’ottantacinquenne Amato, il religioso è giovane e competente. Benanti è un prete, ma anche uno studioso di «altissimo profilo», «esperto della materia e unico italiano componente del Comitato sull’Intelligenza artificiale delle Nazioni Unite».
Leggi l'articolo su "Il Manifesto"
Mentre i miliardari proprietari delle società tech discutono dell’avvento di un’improbabile “singolarità”, uno scenario fantascientifico dove le macchine conquisteranno l’umanità, l’intelligenza “artificiale” si basa in realtà ancora sui lavoratori del Sud del mondo. Impegnati in mansioni sottopagate e non regolamentate
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Negli stessi giorni in cui i giornali erano intasati da questa telenovela, mi sono ritrovato a seguire online un’interessante conferenza dal titolo “Come l’Ai promuove le diseguaglianze a livello globale”, tenuta presso l’Università di Groninga in Olanda. Dopo due anni di studi sul campo in America Latina e Africa, questi erano i dati raccolti dai ricercatori. La tecnologia che chiamiamo Ai si basa sui “minitask” come l’etichettatura manuale dei dati (e su questo è d’accordo anche più d’uno degli “entusiasti” dell’Ai, solo che lo considerano un problema da risolvere attraverso le prossime generazioni di sistemi di intelligenza artificiale). Contrariamente a quanto sostengono in Silicon Valley questi lavori non stanno diminuendo al crescere delle capacità dell’Ai (che, quindi, non sembra diventare più “intelligente” al passare degli anni), bensì sono in crescita esponenziale. L’intelligenza su cui si basano sembra avere origine molto più umana che artificiale.
Stakka Stakka del 20 dicembre ha intervistato Stefano Borroni Barale, autore del libro "L’intelligenza inesistente. Un approccio conviviale all’intelligenza artificiale"
Ma perché tutti parlano di Ai? Perché è un'eccezionale operazione di marketing: una delle meglio organizzate degli ultimi anni. Su questa le imprese della Silicon Valley si stanno giocando il tutto per tutto, per invertire il trend negativo fatto di tagli al personale e cambi drastici dei loro programmi di sviluppo. Per comprendere quali siano le aspettative di queste aziende - e quali dovrebbero essere le nostre - in questo libro si ricostruiscono le tappe, le intuizioni e i paradossi che hanno attraversato la comunità scientifica, provando a tracciare una linea che collega Alan Turing, primo sostenitore dell'Ai forte, con i creatori di ChatGPT, il software in grado di sostenere un dialogo credibile con un essere umano. Che cosa verrà da qui in avanti non lo sappiamo, e per scoprirlo non ci aiuterà una tecnologia che basa le sue previsioni sull'ipotesi che il futuro sarà una replica di quanto accaduto nel passato. Comprendere questo fenomeno, però, può aiutarci a costruire tecnologie alternative, che promuovano la convivialità e la partecipazione diffusa, a scuola come nella società.
Newsletter di dicembre 2023 dedicata ai consigli di lettura.
Durante le vacanze invernali si ha più tempo per dedicarsi ai propri piaceri.
In questo numero della newsletter troverete alcuni consigli di libri da leggere e/o regalare. Alcuni sono dedicati all'Intelligenza Artificiale, hype del momento, altri trattano differenti aspetti del digitale, sempre con approccio critico e spesso demistificando i luoghi comuni che ne accompagnano la narrazione.
In fondo trovate un bonus track: un libro che non riguarda il digitale, ma merita di essere letto.
Buon anno nuovo!
È ora disponibile il n. 25 de La ricerca con un contributo di C.I.R.C.E dal titolo "Hacking IA". La rivista è disponibile interamente online e il cartaceo è in distribuzione nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado.
È online il pdf integrale ed è in distribuzione il numero 25 de La ricerca, “Uomini e bot”, in cui si ragiona sulle intelligenze artificiali, o «assistenti artificiali ad attività cognitive mediante prestazioni che imitano quelle umane» e basate su LLM, Large Language Models, ma anche sui programmi TTI, Text-to-image, o Text-to-video.
"Tecniche e Miti: le trappole dell'intelligenza artificiale" è un e-BOOK de Gli Asini che vuole tracciare un percorso critico che metta in luce le problematiche dell'hype che accompagna il machine learning. Per farlo è necessario indagare l’IA da diversi punti di osservazione. Al numero ha contribuito come C.I.R.C.E. con l'articolo "Nuove intelligenze, vecchi pregiudizi."
Sull'Intelligenza Artificiale scrive la redazione: "In primo luogo proviamo a smontarne i meccanismi, mettendo in discussione la stessa denominazione: si tratta infatti di un apparato tecnologico che non è “intelligente” né “artificiale”.
Giovedì 14 dicembre alle ore 17.00 si terrà il seminario “Dalla DAD sostitutiva all’intelligenza artificiale a scuola” organizzato da CUB Scuola Università e Ricerca Torino.
Il mondo della scuola è investito dalle parole d’ordine del marketing digitale: DAD, Social, intelligenza artificiale, coding, scratch, pensiero computazionale… le novità si susseguono con ritmo battente.
La spinta del Piano Scuola 4.0, con la sua formazione “obbligatoria”, sembra voler imporre l’adozione in fretta e furia di tutto quello che le imprese del digitale mettono a disposizione.
Come fare? Respingere del tutto l’offerta di ‘novità’? L’avanzata della tecnologia è inarrestabile come uno tsunami? Non esistono tempi e modi alternativi, più conviviali?
Insieme a Carlo Milani e Stefano Borroni Barale proveremo a rispondere ad alcune di queste domande, insieme all’imperdibile dilemma: “Ma davvero ChatGPT segna la fine dei compiti a casa?”
Carlo Milani, PhD. Saggista e formatore attivo a livello internazionale con CIRCE (Centro Internazionale di Ricerca sulle Convivialità Elettriche: www.circex.org). Pratica quotidianamente la pedagogia hacker in corsi di formazione rivolti a docenti e allievi delle scuole di ogni ordine e grado. Scrive da anni di questi temi sia a livello accademico che divulgativo. Il suo ultimo libro è “Tecnologie conviviali” (Eleuthera, 2022).
Stefano Borroni Barale. Fisico, docente di informatica e formatore sindacale sulle nuove tecnologie. Ha scritto per Altreconomia “Come passare al software libero e vivere felici” (2003), uno dei primi manuali sul tema. Il suo ultimo libro è “L’intelligenza inesistente. Un approccio conviviale all’intelligenza artificiale” (Altreconomia, 2023).
Dove: Corso Marconi 34, Torino – 2° Piano (Sede CUB SUR) Quando: Giovedì 14 Dicembre 2023 ore 17-18.30 Per chi: docenti e genitori di allievi delle superiori Come: partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti, prenotazione obbligatoria
Form di prenotazione: https://dadia.vado.li/
giovedì 14 Dicembre 2023 ore 17:00 - 18:30
L’editore tedesco rivoluziona l’app internazionale di notizie upday e chiude la redazione italiana, licenziandone i redattori. Un caso su presente e futuro dell’informazione
Un «nuovo generatore di notizie di tendenza guidato esclusivamente dall’intelligenza artificiale» sostituirà il lavoro dei giornalisti in carne e ossa.
Mentre l’Unione europea ha varato l’Ai Act, prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale, arriva la notizia che non è uno scenario fantascientifico di una serie tv ma la realtà di upday, app e sito internazionale di notizie che ha una testata registrata anche in Italia.
È la prima volta che i ricercatori calcolano le emissioni di anidride carbonica causate dall’utilizzo di un modello di intelligenza artificiale per diversi compiti. OpenAI, Microsoft, Google… quando soluzioni AI più green?
Ogni volta che usiamo l’AI per generare un’immagine, scrivere un’e-mail o fare una domanda a un chatbot, ha un costo per il pianeta.
Infatti, generare un’immagine utilizzando un potente modello di intelligenza artificiale richiede tanta energia quanto caricare completamente il tuo smartphone, secondo lo studio dei ricercatori della startup di intelligenza artificiale Hugging Face e della Carnegie Mellon University.
Prima di ogni raid, Israele è a conoscenza di quanti saranno i cosiddetti “danni collaterali”, ossia il numero di vittime civili che resteranno uccise in quell’operazione. È quanto rivela un’inchiesta realizzata dal magazine +972 insieme a Local Call, che si basa sulle testimonianze anonime di attuali ed ex membri dell'intelligence militare israeliana, ma anche su dati e documenti provenienti dalla Striscia di Gaza. “Nulla accade per caso”, ha spiegato una fonte che ha preferito rimanere anonima. “Quando una bambina di 3 anni viene uccisa in una casa a Gaza è perché qualcuno nell’esercito ha deciso che non era un grosso problema, che era un prezzo da pagare per colpire un altro obiettivo. Noi non siamo Hamas. Questi non sono razzi casuali. Tutto è intenzionale. Sappiamo esattamente ‘quanti danni’ collaterali ci sono in ogni casa”.
Tutto questo è possibile grazie a un software basato sull’intelligenza artificiale che permette di “generare” target da colpire a un ritmo molto più veloce di quello che era possibile fare in precedenza. Il programma si chiama Habsora, “il Vangelo”: un ex ufficiale dei servizi segreti ha dichiarato che questo sistema contribuisce a creare a Gaza una “fabbrica di uccisioni di massa”, in cui il focus “è sulla quantità e non sulla qualità”.
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Sul Guardian altre informazioni sul funzionamento dell'AI usata dall'esercito Israeliano