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Slitta ancora il voto sul provvedimento in discussione da oltre tre anni. Ma la proposta resta sul tavolo e il 1° gennaio 2026 sarà Cipro, un altro dei Paesi a favore del «chat control», ad assumere la presidenza di turno del Consiglio Ue. Questo significa che il tema resta sul tavolo e, anche in caso di un mancato accordo da qui a dicembre, si continuerà a negoziare anche il prossimo anno.
Il dibattito sul regolamento contro l’abuso sessuale dei minori sarebbe dovuto entrare nel vivo proprio in questi giorni. Oggi martedì 14 ottobre, gli Stati Ue avrebbero dovuto chiarire la propria posizione in merito, facendo emergere una volta per tutte se la proposta ha qualche possibilità di essere approvata oppure no.
A fermare nuovamente i lavori ci ha pensato il governo tedesco, il cui voto è considerato decisivo, che si è schierato pubblicamente contro l’approvazione del regolamento. Un sito creato nelle scorse settimane, e denominato Fight Chat Control, ha riassunto le posizioni dei diversi Stati membri. Attualmente, dodici governi hanno appoggiato il «sì» al provvedimento: Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Francia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Malta, Portogallo, Romania e Spagna. Nove i Paesi contrari: Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia.
I sei Stati rimanenti, tra cui figura anche l’Italia, restano indecisi.
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