Nella provincia argentina di Jujuy . Comunità da oltre un mese in lotta contro la riforma "estrattivista" della Costituzione locale imposta senza referendum. La sfida per l’oro bianco tra Cina, Usa e Ue nel triangolo sudamericano in cui si concentrano il 65% delle riserve mondiali. E i costi reali della presunta transizione verde
Mentre a Bruxelles i 60 rappresentanti dell’Unione europea e della Celac inneggiavano alla transizione ecologica a cui aprirebbe la strada la cooperazione biregionale in materia di approvvigionamento del litio e di altre materie prime essenziali, la popolazione della provincia argentina di Jujuy avrebbe avuto molto da dire sui costi concreti di quella presunta transizione verde.
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A partire dall'approvazione della riforma la repressione, scatenata con inaudita violenza già dal giorno successivo, non ha fatto che aumentare – senza peraltro riuscire a fermare le proteste – combinandosi con una persecuzione giudiziaria che non sta risparmiando nessuno: manifestanti, rappresentanti del popoli indigeni, sindacalisti, docenti, avvocati.
«Tutto questo è per il litio», denunciano le comunità indigene in resistenza contro il modello estrattivista perseguito dal governatore Morales, in piena corsa per le primarie della destra in coppia con il capo di governo di Buenos Aires Horacio Rodríguez Larreta, che lo ha voluto come suo vice.
Certo vi sorprenderà scoprire che le cosiddette Terre Rare, un gruppo di 17 elementi chimici che prende il nome dall’inglese Rare Earth Elements, rare non lo sono affatto: il cerio è presente tanto quanto il rame e i due elementi più rari della serie (tulio e lutezio) sono 200 volte più abbondanti dell’oro. Il problema è che estrarre questi metalli tanto indispensabili alle tecnologie – fibre ottiche, auto ibride, pannelli solari, computer, touchscreen, ma anche radar militari – è un processo complesso e molto difficile.
Solo per fare un esempio, servono tremendi solventi. Tremendi per chi? Qui, come sempre, arrivano le note dolenti, anzi dolorrosissime. Ce le racconta in questo articolo, tratto da Valori, in modo molto chiaro Anna Radice Fossati. Qui anticipiamo solo che la Cina che produce circa il 60% delle terre rare mondiali, ne lavora e raffina il 90% e detiene il 37% circa delle riserve mondiali. Però ha pensato bene di “esternalizzzare” il problema a Myanmar, la terra insanguinata dai vecchi generali birmani
Possibili giacimenti di litio nel Lazio. Lo stato degli scavi e gli interessi in gioco.
Nella città di Campagnano, a pochi chilometri dalla Capitale, inizia a diffondersi un crescente interesse per le risorse minerarie del territorio. A seguito di rilevamenti geologici si inizia a parlare infatti della possibile presenza nel suolo di giacimenti di litio ovvio un metallo prezioso probabilmente nascosto nel sottosuolo a migliaia di metri di profondità e disciolto nell'acqua.
Anche chiamato oro bianco, si tratta di una risorsa preziosa per le batterie che sarà cruciale nei processi produttivi della transizione energetica per la costruzione delle batterie presenti nelle auto elettriche, nei cellulari o ancora quelle integrate nei impianti solari.
È un minerale essenziale per la produzione delle batterie che alimentano veicoli elettrici e telefoni. Quasi il 70 per cento del cobalto mondiale viene estratto nella Repubblica Democratica del Congo, in miniere di proprietà cinese
Nicolas Niarchos, giornalista di The New Yorker, è stato diverse volte nel sud della RDC. Nel suo reportage racconta la storia dello sfruttamento del territorio e delle persone per estrarre il Cobalto.
Leggi il reportage sul sito di Internazionale
Nella quarta puntata del ciclo "Estrattivismo dei dati", focus su Intelligenza Artificiale con Daniela Tafani, docente di filosofia politica presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa.
Nella prima parte Tafani introduce l'Intelligenza Artificiale. Cosa è; le distorsioni con cui viene volutamente presentata; cos'è l'apprendimento automatico e gli ingredienti tecnologici fondamentali: dati, potenza di calcolo e algoritmi.
Nella seconda parte: come vengano occultati i costi ambientali, estrattivistici ed energetici dei sistemi di IA; come viene in realtà sfruttato massicciamente il lavoro umano, sottopagato e delocalizzato.
Nella terza parte: i rischi delle decisioni automatizzate prese attraverso i sistemi di Intelligenza Artificiale, con la convinzione che siano capaci di prevedere il comportamento di singoli individui. Perché si parla di bolla giuridica e perché si propone l’illegalità di default dei sistemi di IA.
Ascolta la registrazione sul sito di Radio Onda Rossa
Le terre rare sono un gruppo di 17 minerali ormai considerati indispensabili per la transizione ecologica e digitale, visto il loro diffuso utilizzo in ambiti come le tecnologie avanzate, la medicina, la difesa e le infrastrutture per trarre energia da fonti rinnovabili. Tuttavia si tratta di materiali che in natura si presentano in concentrazioni molto basse, legati in composti con altri minerali. Il che rende la loro estrazione un processo lungo, complesso e, soprattutto, altamente inquinante.
Ad oggi la produzione di terre rare raggiunge le centinaia di migliaia di tonnellate ogni anno: 243.300 nel 2020, di cui circa 140mila prodotte dalla Cina e 38mila dagli Stati Uniti. La Cina da sola detiene il 38% delle riserve esistenti a livello globale, per un totale di 44 milioni di tonnellate su 115,8.
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