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Chi produce attualmente minerali critici come cobalto, litio, nichel e rame? Quali Paesi hanno riserve che possono essere estratte in futuro?

I dati sono disponibili per rispondere ad alcune di queste domande. Istituzioni come il Servizio geologico degli Stati Uniti, il Servizio geologico britannico, l'Agenzia internazionale per l'energia e il Payne Institute li pubblicano. Ma è ancora difficile ottenere una rapida panoramica della produzione e delle riserve globali.

Oggi il sistema energetico mondiale è alimentato principalmente da combustibili fossili. La transizione verso un sistema a basse emissioni di carbonio sposterà le sue fondamenta dal carbone, dal petrolio e dal gas ai minerali necessari per l'energia solare, eolica, nucleare, le batterie e altre tecnologie. Le dinamiche del sistema energetico cambieranno radicalmente.

Guarda dati, grafici e mappe che rispondono a queste domande.

Il video dell'incontro, tenutosi il 13 maggio, organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD, per la presentazione del libro di Juan Carlos De Martin "Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica" (add editore).
Ne hanno discusso con l’autore Giulio De Petra, Maurizio (Graffio) Mazzoneschi e Teresa Numerico.

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Lo smartphone è la macchina che ha segnato di più questa prima parte del secolo. Inventato appena sedici fa e diffusosi capillarmente in modo rapidissimo soprattutto negli ultimi dieci anni, è usato oggi da oltre quattro miliardi di persone. Nel giro di pochi anni siamo arrivati a una situazione in cui la metà della popolazione mondiale possiede e usa quotidianamente centinaia di volte, per l’equivalente di 4-5 ore al giorno, una macchina sofisticata che quindici anni fa nemmeno esisteva.

Pochi, però, colgono un aspetto strabiliante di questo successo: lo smartphone è diventato, di fatto se non ancora per legge, necessario.

Lunedì 13 maggio a Roma, in Via della Dogana Vecchia 5, dalle ore 17:30, l'incontro, organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD, per la presentazione del libro di Juan Carlos De Martin "Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica" (add editore).

Ne discutono con l’autore Giulio De Petra, Maurizio "Graffio" Mazzoneschi e Teresa Numerico.

Lo smartphone è la macchina che ha segnato di più questa prima parte del secolo. Inventato appena sedici fa e diffusosi capillarmente in modo rapidissimo soprattutto negli ultimi dieci anni, è usato oggi da oltre quattro miliardi di persone. Nel giro di pochi anni siamo arrivati a una situazione in cui la metà della popolazione mondiale possiede e usa quotidianamente centinaia di volte, per l’equivalente di 4-5 ore al giorno, una macchina sofisticata che quindici anni fa nemmeno esisteva.

Pochi, però, colgono un aspetto strabiliante di questo successo: lo smartphone è diventato, di fatto se non ancora per legge, necessario.

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Insieme al colosso degli Iphone e al gruppo di Elon Musk, anche Microsoft, Alphabet e Dell sono state denunciate da un’ong negli Stati Uniti per aver consapevolmente impiegato metallo estratto da minatori bambini in Congo. Se i giudici daranno via libera sarà la prima causa in tribunale relativa alle forniture di cobalto

Tesla, Apple e altri campioni dell’hi-tech «made in Usa» rischiano di finire alla sbarra per il cobalto insanguinato. Sarebbe il primo caso in tribunale relativo alle forniture del metallo impiegato nelle batterie: una causa che fa da pendent a quella che di recente ha visto ExxonMobil assolta dal reato di aver nascosto all’opinione pubblica il ruolo del petrolio nel cambiamento climatico e che potrebbe fare da apripista ad analoghe azioni giudiziarie contro società che vantano credenziali “green”.

Sono accuse gravissime quelle che International Rights Advocates, una ong americana, rivolge ad alcuni tra i maggiori utilizzatori mondiali di batterie a nome di 14 famiglie della Repubblica democratica del Congo, Paese da cui proviene oltre il 60% del metallo impiegato nei catodi, noto per le continue violazioni dei diritti umani.

E' un testo conciso e pungente, Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica (Add editore, 2023, pp. 200), il nuovo libro di Juan Carlos De Martin, professore ordinario al Politecnico di Torino e co-fondatore del Nexa Center for Internet & Society. Onnipresente, lo smartphone si è imposto prima come gadget alla moda, poi come «oggetto simbolo della nostra era», argomenta De Martin. In poco più di centocinquanta pagine, bibliografia esclusa, l’autore riesce a condurre il lettore in un vero giro del mondo lungo le catene di produzione di questi «piccoli parallelepipedi» di plastica e silicio che hanno penetrato le scuole, l’intimità casalinga o i mezzi di trasporto.

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Deforestazione, centrali a carbone, interi villaggi sgomberati con la forza, scarti chimici nelle acque, operai bruciati vivi, schiavi bambini, fauna e flora devastate, incidenti mortali. Sono il prezzo nascosto dell’auto elettrica.

La rivoluzione verde, infatti, come tutte le rivoluzioni, non è un pranzo di gala. La Commissione Europea ha deciso che dal 2035 si potranno vendere solo veicoli elettrici. Bisogna abbattere a tutti i costi le emissioni di Co2 per combattere l’effetto serra. Ma se la transizione avverrà senza tenere in conto i costi umani e ambientali, rischia di essere solo una tinta di verde che copre ogni sorta di abusi.

La parte più importante di un’auto elettrica è la sua batteria: 500 chili di minerali tra cui nichel, litio, manganese, cobalto, che viaggiano fino a 50.000 miglia nautiche prima di raggiungere la fabbrica in cui saranno trasformati in celle. Non proprio a Km zero. E d’altronde i fornitori di materie prime per ogni singola casa automobilistica sono centinaia: è difficile sapere da dove arrivano e dove finiscono i minerali per i veicoli elettrici, nemmeno il congresso americano è riuscito a farli mappare. Report ha deciso di indagare sulla filiera del nichel, un minerale che costituisce il 10% circa del peso delle batterie più performanti, dai 39 ai 43 chili per auto. La troupe di Report è finita in Indonesia dove ha potuto documentare quanto poco pulita è la filiera e quanto incide sui diritti umani più basici, a partire dall'accesso all'acqua. Anche nella vicina Germania, la fabbrica di Tesla è al centro di infuocate polemiche per il suo impatto ambientale.

Guarda l'inchiesta di Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella sul sito di Report

Nella provincia argentina di Jujuy . Comunità da oltre un mese in lotta contro la riforma "estrattivista" della Costituzione locale imposta senza referendum. La sfida per l’oro bianco tra Cina, Usa e Ue nel triangolo sudamericano in cui si concentrano il 65% delle riserve mondiali. E i costi reali della presunta transizione verde

Mentre a Bruxelles i 60 rappresentanti dell’Unione europea e della Celac inneggiavano alla transizione ecologica a cui aprirebbe la strada la cooperazione biregionale in materia di approvvigionamento del litio e di altre materie prime essenziali, la popolazione della provincia argentina di Jujuy avrebbe avuto molto da dire sui costi concreti di quella presunta transizione verde.

[...]

A partire dall'approvazione della riforma la repressione, scatenata con inaudita violenza già dal giorno successivo, non ha fatto che aumentare – senza peraltro riuscire a fermare le proteste – combinandosi con una persecuzione giudiziaria che non sta risparmiando nessuno: manifestanti, rappresentanti del popoli indigeni, sindacalisti, docenti, avvocati.

«Tutto questo è per il litio», denunciano le comunità indigene in resistenza contro il modello estrattivista perseguito dal governatore Morales, in piena corsa per le primarie della destra in coppia con il capo di governo di Buenos Aires Horacio Rodríguez Larreta, che lo ha voluto come suo vice.

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Certo vi sorprenderà scoprire che le cosiddette Terre Rare, un gruppo di 17 elementi chimici che prende il nome dall’inglese Rare Earth Elements, rare non lo sono affatto: il cerio è presente tanto quanto il rame e i due elementi più rari della serie (tulio e lutezio) sono 200 volte più abbondanti dell’oro. Il problema è che estrarre questi metalli tanto indispensabili alle tecnologie – fibre ottiche, auto ibride, pannelli solari, computer, touchscreen, ma anche radar militari – è un processo complesso e molto difficile.
Solo per fare un esempio, servono tremendi solventi. Tremendi per chi? Qui, come sempre, arrivano le note dolenti, anzi dolorrosissime. Ce le racconta in questo articolo, tratto da Valori, in modo molto chiaro Anna Radice Fossati. Qui anticipiamo solo che la Cina che produce circa il 60% delle terre rare mondiali, ne lavora e raffina il 90% e detiene il 37% circa delle riserve mondiali. Però ha pensato bene di “esternalizzzare” il problema a Myanmar, la terra insanguinata dai vecchi generali birmani

Leggi l'artico sul sito di Comune Info

Possibili giacimenti di litio nel Lazio. Lo stato degli scavi e gli interessi in gioco.

Nella città di Campagnano, a pochi chilometri dalla Capitale, inizia a diffondersi un crescente interesse per le risorse minerarie del territorio. A seguito di rilevamenti geologici si inizia a parlare infatti della possibile presenza nel suolo di giacimenti di litio ovvio un metallo prezioso probabilmente nascosto nel sottosuolo a migliaia di metri di profondità e disciolto nell'acqua.

Anche chiamato oro bianco, si tratta di una risorsa preziosa per le batterie che sarà cruciale nei processi produttivi della transizione energetica per la costruzione delle batterie presenti nelle auto elettriche, nei cellulari o ancora quelle integrate nei impianti solari.

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È un minerale essenziale per la produzione delle batterie che alimentano veicoli elettrici e telefoni. Quasi il 70 per cento del cobalto mondiale viene estratto nella Repubblica Democratica del Congo, in miniere di proprietà cinese

Nicolas Niarchos, giornalista di The New Yorker, è stato diverse volte nel sud della RDC. Nel suo reportage racconta la storia dello sfruttamento del territorio e delle persone per estrarre il Cobalto.

Leggi il reportage sul sito di Internazionale

Nella quarta puntata del ciclo "Estrattivismo dei dati", focus su Intelligenza Artificiale con Daniela Tafani, docente di filosofia politica presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa.

Nella prima parte Tafani introduce l'Intelligenza Artificiale. Cosa è; le distorsioni con cui viene volutamente presentata; cos'è l'apprendimento automatico e gli ingredienti tecnologici fondamentali: dati, potenza di calcolo e algoritmi.

Nella seconda parte: come vengano occultati i costi ambientali, estrattivistici ed energetici dei sistemi di IA; come viene in realtà sfruttato massicciamente il lavoro umano, sottopagato e delocalizzato.

Nella terza parte: i rischi delle decisioni automatizzate prese attraverso i sistemi di Intelligenza Artificiale, con la convinzione che siano capaci di prevedere il comportamento di singoli individui. Perché si parla di bolla giuridica e perché si propone l’illegalità di default dei sistemi di IA.

Ascolta la registrazione sul sito di Radio Onda Rossa

Le terre rare sono un gruppo di 17 minerali ormai considerati indispensabili per la transizione ecologica e digitale, visto il loro diffuso utilizzo in ambiti come le tecnologie avanzate, la medicina, la difesa e le infrastrutture per trarre energia da fonti rinnovabili. Tuttavia si tratta di materiali che in natura si presentano in concentrazioni molto basse, legati in composti con altri minerali. Il che rende la loro estrazione un processo lungo, complesso e, soprattutto, altamente inquinante.

Ad oggi la produzione di terre rare raggiunge le centinaia di migliaia di tonnellate ogni anno: 243.300 nel 2020, di cui circa 140mila prodotte dalla Cina e 38mila dagli Stati Uniti. La Cina da sola detiene il 38% delle riserve esistenti a livello globale, per un totale di 44 milioni di tonnellate su 115,8.

Leggi l'articolo completo sul sito di Openpolis